1 febbraio 2010

Ccu tri ppalli

Cacciavite alla mano, GR è stato il primo a mostrarmi come si tolgono a un pc le mutande. E' stato il primo a dare a me (e, penso, a gran parte degli altri studenti assiepati nel laboratorio di Esperimentazioni di Fisica III in un'ora in cui anche le pizzerie a domicilio si rifiutavano di accettare ordinazioni) indicazioni fondamentali per orientarsi in quella strana anatomia fatta di schede madri, circuiti integrati, ram, hard disk, ventole dissipatrici e slot.

Le slot lunghe e nere si chiamano ISA. Quelle corte e bianche PCI. Lunghe e nere, corte e bianche. Come nella vita.


Non occorreva vedere la sua faccia nascosta tra cavi e cavetti dentro il case per sapere che stava sorridendo. Lui non aveva bisogno di guardare noi per sapere che non avremmo mai più dimenticato.

Le lezioni di GR erano così: divertenti e affollate e imprevedibili. Non c'era nulla di artificioso nella sua informalità. Siamo tutti abituati a pensare che le menti brillanti abbiano qualcosa in più rispetto alle altre. Ciò che non sempre riusciamo a percepire, però, è che quelle stesse menti hanno qualcosa in meno in termini di sovrastrutture e condizionamenti. GR era una mente brillante e in quanto tale era anticonformista non per scelta ma per natura. Chiamatela libertà. Chiamatela pure come cazzo volete ma questo suo modo di essere è stato uno dei suoi più importanti insegnamenti.

Non si risparmiava mai, GR. Durante la prima lezione, seduto sulla cattedra, ci mise dinanzi al dilemma di scegliere tra un corso che si sarebbe mosso sui rigidi binari del programma istituzionale o un corso in cui ci avrebbe parlato di tutto quello che poteva, approfondendo il più possibile, titillando la nostra curiosità e lasciando al nostro personale interesse il compito di sfruculiare alcuni argomenti invece che altri. Se non avessimo optato per la seconda soluzione io non avrei avuto alcuna nozione sulla programmazione, sulle simulazioni Monte Carlo, sui sistemi di acquisizione dati e su un sacco di altra roba per molto tempo a venire.

I ricordi legati a una persona che non c'è più, portano sempre con sé un alone di malinconia e commozione; la loro immaterialità sottolinea l'assenza facendo riaffiorare il dolore del distacco. Ma l'atto del ricordare è reso possibile da modificazioni fisiche delle connessioni sinaptiche, modificazioni che guidano concretamente il modo di agire quotidiano. Se la vita non è solo un insieme di attività biologiche coerenti ma la capacità di interagire con gli altri cambiandoli e venendone cambiati (chiamatela spiritualità. Chiamatela come cazzo volete), GR non è soltanto ricordato da centinaia e centinaia di persone; mastica vistosamente chewing-gum, distribuisce cozzate, poggia i piedi sulle scrivanie, trasmette passione e conoscenza, insomma vive centinaia e centinaia di altre vite tramite noi.

P.S. GR è anche l'unico Prof che mi ha fatto ripetere un esame nella mia carriera univeristaria. Dopo gli imbarazzanti tentativi di esame orale fatti da me e gli altri due ragazzi (che da lì in poi sarebbero diventati i miei due migliori amici) con cui avevo preparato la relazione sullo scattering di Rutherford ci chiamò e ci disse:

Carusi, i cosi giusti: a relazione è fatta ccu tri ppalli... ma si vi sturiate macari a materia e poi tunnati ie' megghiu.

A leggere le stronzate che ho scritto e a sapere il tempo che ci ho impiegato si sarebbe fatto delle grasse risate e mi avrebbe colpito forte dietro la nuca dicendo:
'A sempri teorico si'
Sì, Prof. Sempre teorico. Spero un po' migliore anche grazie a te.

3 commenti:

  1. Anche se non lo conscevo, gran bel ricordo Abu. Gran bel ricordo, amico mio.

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  2. Già... un gran bel ricordo. Anche da parte mia: ciao GR.

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  3. Già... un gran bel ricordo. Anche da parte mia: ciao GR.

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