16 luglio 2010

no distance left to run




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- Prometti di non essere pedante!
- Lo sai che farmi promettere di non comportarmi in un certo modo è la strada più breve per condurmi proprio a quel comport...
- Uff. Lo so, lo so. Pedante rompipalle, almeno provaci.
- ... amento. Spara.
- Ok: immagina di essere un alieno sulla superficie lunare.
- Non ci sono alieni sulla superf...
- Certo che hai proprio un bel modo di provarci.
- ... icie lunare. Non ho mica detto che ci provavo. Ho detto solo "spara".
- ...
- Scusa.
- Allora! Quest'alieno che non dovrebbe esserci ma c'è, dalla superficie della luna vedrebbe la terra così piccola che gli basterebbe tenere i polpastrelli di pollice e indice a pochissimi centimetri per incorniciarla.
- Quindi un improbabile alieno lunare a cui un improbabile percorso evolutivo avrebbe donato un organo prensile inspiegabilmente antropomorfo come una mano, potrebbe stringere la terra tra due dita. Continuo a non vedere il punto.
- Casa mia, casa tua, queste decine di decine di centinaia di chilometri che adesso ci separano, per segnarli l'alieno dovrebbe avvicinare i polpastrelli fino a farli toccare. Insomma, per lui siamo praticamente incollati.
- Incollato lo sono comunque, con 'sto caldo. E poi quest'alieno mi sta sempre più sul cazzo.
- Eddai, chettipiglia?
- D'accordo, te lo dico: il problema di fondo è che siamo una specie che vive a velocità troppo basse per avvertire l'unità di spazio e tempo. O la loro fondamentale inesistenza. Non mi spingerò fino a dire che questo disaccoppiamento è la fonte di ogni infelicità, ma...
- Indovina chi non riesce a vedere il punto, adesso!
- Tutte le tecnologie che dovrebbero avvicinarci, pensaci. Non fanno altro che eludere lo spazio che ci separa rendendo impercettibile il tempo di trasferimento dell'informazione. Agiscono sulla velocità e mortificano la distanza. E invece dovremmo riverirla, la distanza. Questa telefonata, ogni telefonata, è una sorta di inganno sacrilego.
- ...
- Ci sono livelli subcellulari di coscienza che riescono a distinguere tra le increspature di un'onda portante e la differenza di pressione sul timpano generata dall'aria che esce dalla tua bocca. Tra i fotoni emessi da un pixel e quelli riflessi dalla tua pelle. E non sempre si accontentano.
- Capisco. Allora che ne dici di mettere giù e passare ai segnali di fumo? Il tuo dio della distanza sarebbe appagato da questo sacrificio?
- Ironizza, pure. Io pensavo alle lettere. Inchiostrare caratteri su un foglio bianco è un atto la cui irreversibilità manifesta costringe, inconsciamente, all'attenzione.. La necessità di una grafia chiara spinge alla cura. Il rito della scrittura smaschera l'illusione della prossimità.
- Ho paura che quella visita da uno bravo che ti consiglio da tempo non sia più rimandabile.
- Il massimo sarebbe poter recapitare di persona quanto si è scritto. Viaggiare con la lettera stessa. A piedi.
- Ed ecco che le certezze sostituiscono i timori. Perché a volte devi per forza essere così... così!
- Che intendi dire?
- Estraneo. Alieno.
- Perché così posso avvicinare pollice e indice finché i polpastrelli non si toccano e pensare che siamo noi a essere incollati.
- ...
- ...
- ...
- Buonanotte.
- Allora, ti aspetto con la lettera.
- No, vabbè. Ci sentiamo domani.
- A domani, pedante ipocrita.

3 commenti:

  1. come ti ho già detto... capolavoro! Complimenti Luca!

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  2. no vabbè. ci sentiamo domani!
    bellissima

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  3. Leggo gli arretrati e mi dispiace averli persi fino ad ora. Bello qui.
    Bello.

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