Sì, l'affermazione implicita che un album in formato digitale ha talmente poco valore da poter lasciare che siano gli acquirenti a deciderlo.
Sì, quanto sono avanti questi cazzo di Radiohead, evviva la retequantoilmondoampia (www) e fuck the system.
Ma del disco ne vogliamo parlare? Queste dieci nuove (beh, quasi tutte nuove) emanazioni di Yorke & soci (giusto per completezza i soci hanno un nome, un cognome e tanto tanto talento per cui mi sembra doveroso citarli: Colin Greenwood al basso, Phil Selway alla batteria, Ed O' Brien e Jonny Greenwood che sono partiti dalla chitarra e mo' suonano qualunque cosa passi loro a meno di 50 cm; piu' Nigel Godrich alla produzione e Stanley Donwood che si occupa dell'artwork, ormai parte integrante del gruppo) meritano l'ascolto o no?
A questo punto mi verrebbe da chiedervi: il disco e' uscito da cinque mesi e aspettate che lo dica io, se è bello o meno?
Resistete alla voglia di mandarmi a cagare e ribattere che anche io allora sono in ritardo nel parlarne; non solo perché, stronzo come sono, potrei obiettare che nel mio fottutissimo blog parlo di quel che strafottutamente voglio e quando voglio io, Cristo! (sì, i testi li scrivo insieme a Tarantino) ma per un altro motivo, decisamente più semplice e di sicuro facilmente condivisibile.
Oggi - anzi ieri, data l'ora tarda in cui scrivo - mi trovavo all'esterno di questa clinica, che però nel nome non ha la parola clinica ma villa, e un ingresso che sembra una hall d'albergo con tanto di portiere (non proprio scortese, ma comunque molto attento nel lasciar trasparire dal suo sguardo la disapprovazione per la tua totale inadeguatezza al posto in particolare e, in fondo in fondo, alla società in generale); ed ero lì, aspettando che uscisse, dopo 33 giorni di odissea (a lieto fine) nella sanità, il padre della mia ragazza.
Dunque eccomi a condurre il mio corpo in attesa su e giù per questa strada adiacente l'ingresso con porta automatica: il prato in manutenzione sotto di me, il cielo terso e accecante della primavera sopra di me (ma siamo a Febbraio) e gli arcobaleni dei Radiohead dentro di me (nei timpani, per l'esattezza).
Il disco inizia e giunge al termine. E inizia di nuovo e di nuovo finisce. Il cielo proprio non ce la fa più ad arginare il sole e in questo straripare persino il tizio con il tosaerba smette di far rumore.
E io, dopo cinque mesi di ascolto quasi ossessivo, ancora non ho smesso di stupirmi dell'arpeggio di chitarra che interrompe la sincope della batteria elettronica di 15 step e del cambio di ritmo in Bodysnatchers; dell'unisono tra voce e archi di Nude e della rugiada di note che cristallina scende in Weird Fishes/Arpeggi; del crescendo inarrestabile di All I need e della resurrezione dei Beatles in Faust Arp; dell'assurdo jazz di Reckoner e l'inatteso e imprevedibile pop di House of Cards; dei Radiohead vecchia maniera di Jigsaw falling into place e del ritmo "testamentario" di Videotape.
Insomma, se non l'avete scaricato quando potevate (e dovevate), adesso potete trovarlo distribuito dalla XL. Compratelo (e non su emule, vi conosco) e ringraziateli.
p.s.: Nonostante la distribuzione libera sul web, l'album è arrivato in testa alle classifiche UK; quindi: vittoria su tutta la linea.
Ma del disco ne vogliamo parlare? Queste dieci nuove (beh, quasi tutte nuove) emanazioni di Yorke & soci (giusto per completezza i soci hanno un nome, un cognome e tanto tanto talento per cui mi sembra doveroso citarli: Colin Greenwood al basso, Phil Selway alla batteria, Ed O' Brien e Jonny Greenwood che sono partiti dalla chitarra e mo' suonano qualunque cosa passi loro a meno di 50 cm; piu' Nigel Godrich alla produzione e Stanley Donwood che si occupa dell'artwork, ormai parte integrante del gruppo) meritano l'ascolto o no?
A questo punto mi verrebbe da chiedervi: il disco e' uscito da cinque mesi e aspettate che lo dica io, se è bello o meno?
Resistete alla voglia di mandarmi a cagare e ribattere che anche io allora sono in ritardo nel parlarne; non solo perché, stronzo come sono, potrei obiettare che nel mio fottutissimo blog parlo di quel che strafottutamente voglio e quando voglio io, Cristo! (sì, i testi li scrivo insieme a Tarantino) ma per un altro motivo, decisamente più semplice e di sicuro facilmente condivisibile.
Oggi - anzi ieri, data l'ora tarda in cui scrivo - mi trovavo all'esterno di questa clinica, che però nel nome non ha la parola clinica ma villa, e un ingresso che sembra una hall d'albergo con tanto di portiere (non proprio scortese, ma comunque molto attento nel lasciar trasparire dal suo sguardo la disapprovazione per la tua totale inadeguatezza al posto in particolare e, in fondo in fondo, alla società in generale); ed ero lì, aspettando che uscisse, dopo 33 giorni di odissea (a lieto fine) nella sanità, il padre della mia ragazza.
Dunque eccomi a condurre il mio corpo in attesa su e giù per questa strada adiacente l'ingresso con porta automatica: il prato in manutenzione sotto di me, il cielo terso e accecante della primavera sopra di me (ma siamo a Febbraio) e gli arcobaleni dei Radiohead dentro di me (nei timpani, per l'esattezza).
Il disco inizia e giunge al termine. E inizia di nuovo e di nuovo finisce. Il cielo proprio non ce la fa più ad arginare il sole e in questo straripare persino il tizio con il tosaerba smette di far rumore.
E io, dopo cinque mesi di ascolto quasi ossessivo, ancora non ho smesso di stupirmi dell'arpeggio di chitarra che interrompe la sincope della batteria elettronica di 15 step e del cambio di ritmo in Bodysnatchers; dell'unisono tra voce e archi di Nude e della rugiada di note che cristallina scende in Weird Fishes/Arpeggi; del crescendo inarrestabile di All I need e della resurrezione dei Beatles in Faust Arp; dell'assurdo jazz di Reckoner e l'inatteso e imprevedibile pop di House of Cards; dei Radiohead vecchia maniera di Jigsaw falling into place e del ritmo "testamentario" di Videotape.
Insomma, se non l'avete scaricato quando potevate (e dovevate), adesso potete trovarlo distribuito dalla XL. Compratelo (e non su emule, vi conosco) e ringraziateli.
p.s.: Nonostante la distribuzione libera sul web, l'album è arrivato in testa alle classifiche UK; quindi: vittoria su tutta la linea.
Ciao Teofilo!!! Gran bel post, sono assolutamente d'accordo su quantosonoavantiquesticazzodi Radiohead e soprattutto su fuck the system!!!! Hai scritto una recensione molto originale! Non avrò ascoltato il disco quanto te, ma di sicuro i Radiohead meritano sempre l'ascolto!!
RispondiEliminaSaluti a Quentin!!
Bye
sono d'accordo con te. io nn conoscevo i radiohead, poi un anno e mezzo fa - straordinario potere di emule, lo ammetto - mi sono sparata tutti gli album per un po' di mesi. da un lato alla fine stavo per cadere in un profondo e comatoso stato di depressione XD, dall'altro ho letteralmente goduto!
RispondiEliminal'album che mi ha colpito di più? kid-A. Michele mi disse "o ti fa schifo o impazzisci". l'ho ascoltato per la prima volta mentre facevo la magnetoterapia al braccio, immaginare onde elettromagn o quello che erano con quella musica mi ha colpita! dell'ultimo album preferisco 15step e jigsaw falling into place.
:)
...cmq sono contenta che alla fine al padre di Sara sia andato tutto bene, un abbraccio!
Ciao Teofilo!!! Gran bel post, sono assolutamente d'accordo su quantosonoavantiquesticazzodi Radiohead e soprattutto su fuck the system!!!! Hai scritto una recensione molto originale! Non avrò ascoltato il disco quanto te, ma di sicuro i Radiohead meritano sempre l'ascolto!!
RispondiEliminaSaluti a Quentin!!
Bye