15 dicembre 2009
Souvenir
Premete il tasto play sullo slideshow di flickr e poi il tasto play sul plugin di wordpress per avere il sottofondo musicale. Ciao.
p.s. Perché la vicenda - di cronaca. Fredda cronaca senza nessuna connotazione politica, checché ne dicano una maggioranza sempre più opportunista e oltraggiosa e un'opposizione sempre più pronta a chiedere scusa non si capisce bene di cosa - di uno psicolabile che aggredisce il Presidente del Consiglio (a cui non si può che augurare una pronta guarigione), e che per questo atto disdicevole deve indubbiamente pagare, ma individualmente come richiede il concetto di responsabilità personale, non merita commenti seri e articolati (a parte, forse, quello sulla questione del servizio d'ordine. Ma davvero non mi va). Piuttosto, leggete il post monotematico sulla notizia di Spinoza; c'è anche una mia battuta ma in mezzo alle altre sfigura.
28 novembre 2009
Quest'ermo Colle
Dopo l'ennesima sfuriata di Berlusconi contro la magistratura, Napolitano torna a parlare auspicando uno stop alla spirale di polemiche che rovina il rapporto tra potere esecutivo e giudiziario. Evidentemente lo stop alla RU486 non bastava.
Prima del discorso Napolitano ha dato udienza a una delegazione dell'Anmil, l'Associazione nazionale dei mutilati ed invalidi del lavoro, in visita al Quirinale per rilasciare la tessera onoraria alla Costituzione.
La dichiarazione del presidente della Repubblica è avvenuta nella sala di rappresentanza del Colle con una procedura, sinora inedita: lo doppiava Berlusconi.
"Nulla può abbattere un governo che abbia la fiducia della maggioranza del Parlamento". E anche per stavolta il taglio delle orecchie è scongiurato.
Il discorso del Presidente si chiude con un invito alla ricerca dei corretti equilibri tra politica e giustizia. Compito arduo per i giudici, che alla politica sono sempre stati sui coglioni.
Prima del discorso Napolitano ha dato udienza a una delegazione dell'Anmil, l'Associazione nazionale dei mutilati ed invalidi del lavoro, in visita al Quirinale per rilasciare la tessera onoraria alla Costituzione.
La dichiarazione del presidente della Repubblica è avvenuta nella sala di rappresentanza del Colle con una procedura, sinora inedita: lo doppiava Berlusconi.
"Nulla può abbattere un governo che abbia la fiducia della maggioranza del Parlamento". E anche per stavolta il taglio delle orecchie è scongiurato.
Il discorso del Presidente si chiude con un invito alla ricerca dei corretti equilibri tra politica e giustizia. Compito arduo per i giudici, che alla politica sono sempre stati sui coglioni.
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8 novembre 2009
Per fare l'albero
Accetto la sfida.
Dopo che la Corte di Strasburgo ha stabilito che i crocifissi andrebbero tolti dalle pareti delle aule dei nostri edifici scolastici (a seguito del ricorso di una cittadina italiana di origini finlandesi. Chissà quali messaggi satanici vengono fuori ascoltando al contrario la suoneria Nokia tune) se ne sono sentite di tutti i colori. Inutile riassumere, ne avrete già abbastanza; ma leggete qui (è un estratto dalla parte della sentenza che riassume le posizioni della difesa, cioè del governo italiano. La sentenza al completo la potete leggere qui):
Un'ammaccatura sul cofano dell'auto - che la noti solo in controluce. Un neo sotto l'ascella. L'impercettibile macchiolina sulla fronte, dolce souvenir che la diabolica accoppiata varicella & dita smaniose ti ha regalato nei primissimi anni '80 - Non grattarti le crosticine, diceva mamma; sìsì, stocazzo pensavi tu.
A questo, in pratica, hanno ridotto il crocifisso per difenderlo. Ce ne sarebbe abbastanza per chiedere la scomunica, se solo fossi cattolico (e qui giace, forse, la vera domanda: perché la Chiesa accetta senza colpo ferire un così evidente svilimento del suo simbolo più importante? Bah, ci penso e magari se ne parla un'altra volta). Ma, grazie a Dio sono ateo.
C'è poi la questione delle radici. Ed è qui che ritorno alla sfida di cui parlavo in apertura. Quelli che il crocifisso non è un simbolo religioso ma universale e il Cristianesimo è alla base della nostra cultura e attenzione che così rinneghiamo le nostre radici.
Le.
Nostre.
Radici.
Quando penso alle radici penso a qualcosa che sta in basso; poi penso 1,414; poi merda, solo tre cifre dopo la virgola; poi alla carie poi che cazzo sto pensando poi carie-->carota-->pianta-->ah, sì, certo, radice. Di nuovo qualcosa che sta in basso.
Nel caso di una civiltà - di una cultura - mi sembra naturale, parlando di radici, identificare quel basso con passato.
Dunque che dire di quei signori che Raffaello ha rappresentato nel quadro la cui immagine ho inserito a corredo del post (La Scuola di Atene, fornitami dal mio solito pusher, Wikipedia)?
Perché là in mezzo è tutta gente che ha dato parecchio, eh.
C'è Socrate (n.12 nel quadro, 469 a.C.–399 a.C.) che ha conosciuto se stesso e allora rompe le palle agli altri.
Ci sono Aristotele (n.15 nel quadro, 384 a.C. – 322 a.C.) e Platone (n.14 nel quadro, 428/427 a.C. – 348/347 a.C).
A: Senti Platone, io scendo in cantina a bere vino. Sai, devo scrivere la Fisica. Che fai? Vieni anche tu?
P: No, no. Al piano di sopra c'è una che mi aspetta. Mi ha detto: sali che uniamo i nostri corpi nell'estasi suprema che è propria dell'idillio dell'amore.
A: Che cazzata.
P: Sì, comunque penso che ci scriverò lo stesso un Dialogo.
A: Fai, fai. Tanto dei tuoi libri non rimarrà neanche la cenere.
P: Suca.
A: Tu.
P: No, tu.
A: Ciao Plato(coglio)ne.
P: Ciao Aristo(cazzo)tele.
C'è Pitagora (n.6 nel quadro, 570 a.C. - 495 a.C.) intento a trascrivere la millequattrocentoquattordicesima cifra della radice di 2.
C'è Eraclito (n.13 nel quadro, 535 a.C.– 475 a.C.), immobile e annoiato, che pensa tutto scorre ma qua dentro il tempo non passa mai.
Etc. etc.
Possiamo dubitare quanto vogliamo del loro gusto nell'abbinamento dei colori degli indumenti, ma non del loro contributo al nostro pensiero. E nemmeno della loro data di nascita, che è approssimativa, certo, ma non al punto da violare quelle due letterine la a e la C. Sono tutti nati (e morti) prima di Cristo.
E' nel pensiero greco che io vedo le nostre radici.
Non sono però cieco al punto da negare l'enorme influenza che il pensiero cristiano ha avuto nella crescita e nello sviluppo della nostra civiltà.
Crescita.
Sviluppo.
E siccome non sono di quelli che si tirano indietro, voglio continuare anch'io a utilizzare metafore tratte dall'antico e rispettabile mondo dell'agricoltura.
Ci sono le radici. E ci sono le sostanze utilizzate per far crescere e sviluppare una pianta sana e forte. Facile che ai tempi del Cristo per assolvere a questo compito si usasse il letame.
Ho sostituito la parola radici con letame in una delle tipiche frasi che si possono leggere e sentire dappertutto in questi giorni.
D'un tratto la metafora non suona più tanto bene, vero?
Ci sarebbe poi anche da dire cosa ne penso io. La sentenza della Corte è giusta ed equilibrata. Tra le altre cose dice:
Precisione ed equilibrio. In astratto. Nel concreto, so che il crocifisso in aula non ha impedito a me, e a molti altri, di sviluppare le mie capacità critiche. So che se da domani sparissero tutti i crocifissi da tutte le pareti di tutti le aule e uffici pubblici della nazione l'Italia non sarebbe un Paese più laico di quanto non sia mentre scrivo - con una classe politica pronta a mettere in saldo, pezzo dopo pezzo, il concetto di laicità dello Stato in cambio del silenzioso avallo e dell'appoggio elettorale delle gerarchie ecclesiastiche. So che forse la soluzione più sensata sarebbe discuterne caso per caso e, laddove dovessero sorgere dei problemi, provvedere a toglierlo. Ma so anche che con il buon senso non sempre si agisce per il meglio e che da qualche parte bisognava pur cominciare. Si è scelto di partire da un territorio di periferia, marginale, come il crocifisso nella aule. Adesso bisogna giocarsi bene le carte e cercare di spiegare con pazienza, tanta pazienza, che lo si è fatto anche per i cristiani. Anche per i cattolici. Per salvaguardare anche loro.
Dopo che la Corte di Strasburgo ha stabilito che i crocifissi andrebbero tolti dalle pareti delle aule dei nostri edifici scolastici (a seguito del ricorso di una cittadina italiana di origini finlandesi. Chissà quali messaggi satanici vengono fuori ascoltando al contrario la suoneria Nokia tune) se ne sono sentite di tutti i colori. Inutile riassumere, ne avrete già abbastanza; ma leggete qui (è un estratto dalla parte della sentenza che riassume le posizioni della difesa, cioè del governo italiano. La sentenza al completo la potete leggere qui):
Non si tratta neppure, secondo il governo, della libertà di praticare una religione o di non praticarne nessuna: il crocifisso infatti è sì esposto nelle aule ma non viene in alcun modo chiesto agli insegnanti o agli allievi di fare il segno della croce, né di omaggiarlo in alcun modo, né tantomeno di recitare preghiere in classe.
In realtà, nota il governo, non è neppure richiesto loro di prestare alcuna attenzione al crocifisso.
Un'ammaccatura sul cofano dell'auto - che la noti solo in controluce. Un neo sotto l'ascella. L'impercettibile macchiolina sulla fronte, dolce souvenir che la diabolica accoppiata varicella & dita smaniose ti ha regalato nei primissimi anni '80 - Non grattarti le crosticine, diceva mamma; sìsì, stocazzo pensavi tu.
A questo, in pratica, hanno ridotto il crocifisso per difenderlo. Ce ne sarebbe abbastanza per chiedere la scomunica, se solo fossi cattolico (e qui giace, forse, la vera domanda: perché la Chiesa accetta senza colpo ferire un così evidente svilimento del suo simbolo più importante? Bah, ci penso e magari se ne parla un'altra volta). Ma, grazie a Dio sono ateo.
C'è poi la questione delle radici. Ed è qui che ritorno alla sfida di cui parlavo in apertura. Quelli che il crocifisso non è un simbolo religioso ma universale e il Cristianesimo è alla base della nostra cultura e attenzione che così rinneghiamo le nostre radici.
Le.
Nostre.
Radici.
Quando penso alle radici penso a qualcosa che sta in basso; poi penso 1,414; poi merda, solo tre cifre dopo la virgola; poi alla carie poi che cazzo sto pensando poi carie-->carota-->pianta-->ah, sì, certo, radice. Di nuovo qualcosa che sta in basso.
Nel caso di una civiltà - di una cultura - mi sembra naturale, parlando di radici, identificare quel basso con passato.
Dunque che dire di quei signori che Raffaello ha rappresentato nel quadro la cui immagine ho inserito a corredo del post (La Scuola di Atene, fornitami dal mio solito pusher, Wikipedia)?
Perché là in mezzo è tutta gente che ha dato parecchio, eh.
C'è Socrate (n.12 nel quadro, 469 a.C.–399 a.C.) che ha conosciuto se stesso e allora rompe le palle agli altri.
Ci sono Aristotele (n.15 nel quadro, 384 a.C. – 322 a.C.) e Platone (n.14 nel quadro, 428/427 a.C. – 348/347 a.C).
A: Senti Platone, io scendo in cantina a bere vino. Sai, devo scrivere la Fisica. Che fai? Vieni anche tu?
P: No, no. Al piano di sopra c'è una che mi aspetta. Mi ha detto: sali che uniamo i nostri corpi nell'estasi suprema che è propria dell'idillio dell'amore.
A: Che cazzata.
P: Sì, comunque penso che ci scriverò lo stesso un Dialogo.
A: Fai, fai. Tanto dei tuoi libri non rimarrà neanche la cenere.
P: Suca.
A: Tu.
P: No, tu.
A: Ciao Plato(coglio)ne.
P: Ciao Aristo(cazzo)tele.
C'è Pitagora (n.6 nel quadro, 570 a.C. - 495 a.C.) intento a trascrivere la millequattrocentoquattordicesima cifra della radice di 2.
C'è Eraclito (n.13 nel quadro, 535 a.C.– 475 a.C.), immobile e annoiato, che pensa tutto scorre ma qua dentro il tempo non passa mai.
Etc. etc.
Possiamo dubitare quanto vogliamo del loro gusto nell'abbinamento dei colori degli indumenti, ma non del loro contributo al nostro pensiero. E nemmeno della loro data di nascita, che è approssimativa, certo, ma non al punto da violare quelle due letterine la a e la C. Sono tutti nati (e morti) prima di Cristo.
E' nel pensiero greco che io vedo le nostre radici.
Non sono però cieco al punto da negare l'enorme influenza che il pensiero cristiano ha avuto nella crescita e nello sviluppo della nostra civiltà.
Crescita.
Sviluppo.
E siccome non sono di quelli che si tirano indietro, voglio continuare anch'io a utilizzare metafore tratte dall'antico e rispettabile mondo dell'agricoltura.
Ci sono le radici. E ci sono le sostanze utilizzate per far crescere e sviluppare una pianta sana e forte. Facile che ai tempi del Cristo per assolvere a questo compito si usasse il letame.
Il crocifisso nelle scuole non si tocca; rinnegarlo significherebbe rinnegare il letame della nostra civiltà.
Ho sostituito la parola radici con letame in una delle tipiche frasi che si possono leggere e sentire dappertutto in questi giorni.
D'un tratto la metafora non suona più tanto bene, vero?
Ci sarebbe poi anche da dire cosa ne penso io. La sentenza della Corte è giusta ed equilibrata. Tra le altre cose dice:
Lo Stato è tenuto alla neutralità confessionale nel quadro dell’istruzione pubblica obbligatoria dove la presenza ai corsi è richiesta senza considerazione di religione e che deve cercare di insegnare agli allievi un pensiero critico.
Precisione ed equilibrio. In astratto. Nel concreto, so che il crocifisso in aula non ha impedito a me, e a molti altri, di sviluppare le mie capacità critiche. So che se da domani sparissero tutti i crocifissi da tutte le pareti di tutti le aule e uffici pubblici della nazione l'Italia non sarebbe un Paese più laico di quanto non sia mentre scrivo - con una classe politica pronta a mettere in saldo, pezzo dopo pezzo, il concetto di laicità dello Stato in cambio del silenzioso avallo e dell'appoggio elettorale delle gerarchie ecclesiastiche. So che forse la soluzione più sensata sarebbe discuterne caso per caso e, laddove dovessero sorgere dei problemi, provvedere a toglierlo. Ma so anche che con il buon senso non sempre si agisce per il meglio e che da qualche parte bisognava pur cominciare. Si è scelto di partire da un territorio di periferia, marginale, come il crocifisso nella aule. Adesso bisogna giocarsi bene le carte e cercare di spiegare con pazienza, tanta pazienza, che lo si è fatto anche per i cristiani. Anche per i cattolici. Per salvaguardare anche loro.
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2 novembre 2009
la freccia del tempo
Ruota attorno ad elementi domestici, la storia degli ultimi sette giorni di vita di Stefano Cucchi. Piccole rassicuranti molecole che, usualmente, la forza di coesione dell'esistenza combina a formare quella che chiamiamo quotidianità. Un lenzuolo, delle scale, la propria camera, un parco: oggetti e luoghi familiari rappresentano gli snodi di una vicenda la cui cronaca trovate nel post precedente.
Torno a scrivere di Stefano Cucchi per ripercorrere le tappe che lo hanno portato, in una settimana trascorsa tra una caserma dei Carabinieri, l'aula di un tribunale, la cella di un carcere e la stanza di un ospedale, alla morte. Lo farò partendo dalla fine, ribaltando l'ordinario fluire degli eventi; mostrando dapprima gli effetti e lasciando che siano gli effetti a far germinare i semi di cause a essi adeguate; sperando di rendere ancora più stridente,se possibile, l'incommensurabile distanza tra queste cause potenziali e la lacunosa cronaca ufficiale.
E' il primo pomeriggio del 22 Ottobre. I genitori di Stefano Cucchi sono all'obitorio e guardano il cadavere di loro figlio: ecchimosi evidenti sull'intero volto, l'arcata sopraccigliare sinistra spaventosamente rigonfia, l'occhio destro innaturalmente rientrato nell'orbita, la mandibola spezzata (ci sono anche una frattura del corpo vertebrale L3 e un'altra della vertebra coccigea).
Vi state chiedendo come ha fatto il trentunenne a ridursi così?
E' sempre il 22 Ottobre, poco dopo le 12. Un carabiniere si presenta a casa Cucchi per la notifica della richiesta di autopsia. Loro figlio è morto, circa sei ore prima. I genitori si precipitano al reparto detentivo dell'ospedale Sandro Pertini per chiedere spiegazioni sulla causa del decesso. Tutto quello che il medico di turno e il sovrintendente rispondono è che non sanno nulla perché il figlio ha "costantemente tenuto il lenzuolo sulla faccia". A questo punto i Cucchi si recano all'obitorio.
Vi state chiedendo com'è possibile che basti un lenzuolo per impedire il controllo di un detenuto? Vi state chiedendo perché un detenuto è finito all'ospedale in quelle condizioni?
Sono circa le due del 16 Ottobre. Stefano Cucchi è in Tribunale. Il giudice rinvia il suo giudizio al 13 Novembre e conferma la custodia cautelare in carcere; Stefano si arrabbia, tirando calci a una sedia (in modo apparentemente incompatibile con la presenza di vertebre fratturate). I genitori sono presenti; lo vedono in buona salute ma col volto tumefatto. Anche il giudice si è accorto delle tumefazioni e ha quindi disposto una visita all'interno del Tribunale durante la quale il giovane dichiara di avere "lesioni alla regione sacrale e agli arti inferiori". Dopo un rifiuto di ricovero all'ospedale Fatebenefratelli - "Ieri sono scivolato e sono caduto dalle scale" dirà al dottore che riscontrerà tre vertebre rotte in una radiografia al torace - e una notte al carcere Regina Coeli, Stefano Cucchi verrà infine ricoverato nel reparto detentivo dell'ospedale Sandro Pertini nella mattinata di Sabato 17 Ottobre senza che ai suoi genitori venga più permesso di vederlo ma rassicurandoli sul suo stato di salute, e lì rimarrà fino alle sei e venti minuti del 22 Ottobre, data del suo decesso.
Vi state chiedendo quale reato avesse commesso Stefano per non essere assegnato agli arresti domiciliari? E perché avesse il volto tumefatto?
Sono le 23.30 del 15 Ottobre. I carabinieri fermano Stefano nel parco degli Acquedotti a Roma. In compagnia di un cliente, sostengono (lui dirà che si trattava di un amico). Gli trovano addosso circa 20 grammi di sostanze stupefacenti (principalmente marijuana e poca cocaina). Dopo un primo interrogatorio, vanno a perquisire la sua camera nella casa in cui vive con i genitori. Rassicura la madre dicendole che non troveranno nulla ed in effetti è quello che accade. Anche i carabinieri tendono a minimizzare visto che si tratta di poca roba. Probabilmente si danno appuntamento per l'indomani, al Tribunale dove si celebrerà il processo per direttissima in cui si dichiarerà colpevole di possesso di stupefacenti ma per uso personale. Poi si avvia verso la caserma: su un paio di gambe salde, guardando la strada con occhi sani in un volto magro (pesa 43 chili) ma non segnato da colpi di nessun tipo.
E così siamo arrivati all'inizio. E alla fine di ogni domanda.
Fonte foto: photographale.
Apparso su BlogSicilia: Caltanissetta.
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Tutti i corvi sono neri
La cronologia degli eventi potete guardarla con i vostri occhi e ascoltarla con le vostre orecchie cliccando sul simbolo play qui accanto (la ricostruzione è stata fatta da Antonello Piroso nella puntata di NdP andata in onda su La7 ieri sera).
Una delle foto, scattate dalla famiglia dopo l'autopsia e non mostrate dalle televisioni nazionali per un improvviso conato di riguardo nei confronti della nostra sensibilità potete ammirarla alla vostra sinistra. Per farla breve, Stefano Cucchi viene arrestato in condizioni di salute normali alle 23.30 del 15 Ottobre 2009 e sette giorni dopo è in un obitorio.
Oggettivamente la vicenda è poco chiara, ma una raggio di luce ci viene regalato dal Ministro della Difesa, al secolo Ignazio La Russa - già parlamentare della Repubblica Italiana, già stimato membro di Alleanza Nazionale, già indimenticata controfigura di Satana nelle scene più pericolose della sua forutunata carriera cinematografica.
Proviamo ad avventurarci nei meandri dei processi mentali del Ministro, equipaggiati di un adeguato completo per la pressurizzazione in modo da poter sopravvivere nel vuoto; frase per frase vediamo di esplicitare i pensieri che si nascondono dietro le parole.
Quello che è successo non sono però in grado di dirlo perché si tratta di una competenza assolutamente estranea al ministero della Difesa: Ma che minchia vogliono questi da me? Ma non lo sanno che il Ministro dell'Attac...ehm...Difesa, Ignazio, devi dire Difes...Ho i miei cazzi, io; con l'Afghanistan, i Talebani di merda e i nostri valorosi ragazzi che tornano in valorose casse da morto. Quasi quasi scarico il barile. Dico di andare da Maroni così me li tolgo dalle palle. Li mando a rompere i maroni a Maroni che mi sta sui maroni.Questa è bella, me la segno...non ridere Ignazio, non ridere.
Quindi non ho strumenti per accertare: ma forse è meglio che sto zitto. Poi Maroni è sempre un collega anche se è leghista. Va beh, ora dico no comment così faccio vedere che so il latino. Un momento...Cos'è questa voce? Chi parla? Ma cosa? Certo Duce: Dio, Patria, Famiglia. Va bene, ma ora scenda giù da quel balcone che è pericoloso.
ma di una cosa sono certo: del comportamento assolutamente corretto da parte dei carabinieri in questa occasione: contento Duce?
Ma anche volendo ammettere che la certezza del comportamento corretto da parte dei carabinieri che il Ministro ha sia dovuto a un'estrapolazione per induzione (la stessa che fa dire a chi ha visto solo corvi neri che tutti i corvi sono neri) vorrei ricordargli la Scuola Diaz. La caserma di Bolzaneto. Federico Aldrovandi. I più recenti corvi non neri della storia delle forze armate italiane.
A meno che la correttezza di cui parla non si riferisca al fatto che l'autopsia sul corpo di Stefano Cucchi non ha evidenziato colpi sotto la cintura.
Una delle foto, scattate dalla famiglia dopo l'autopsia e non mostrate dalle televisioni nazionali per un improvviso conato di riguardo nei confronti della nostra sensibilità potete ammirarla alla vostra sinistra. Per farla breve, Stefano Cucchi viene arrestato in condizioni di salute normali alle 23.30 del 15 Ottobre 2009 e sette giorni dopo è in un obitorio.
Oggettivamente la vicenda è poco chiara, ma una raggio di luce ci viene regalato dal Ministro della Difesa, al secolo Ignazio La Russa - già parlamentare della Repubblica Italiana, già stimato membro di Alleanza Nazionale, già indimenticata controfigura di Satana nelle scene più pericolose della sua forutunata carriera cinematografica.
Quello che è successo non sono però in grado di dirlo perché si tratta di una competenza assolutamente estranea al ministero della Difesa. Quindi non ho strumenti per accertare, ma di una cosa sono certo: del comportamento assolutamente corretto da parte dei carabinieri in questa occasione.
Proviamo ad avventurarci nei meandri dei processi mentali del Ministro, equipaggiati di un adeguato completo per la pressurizzazione in modo da poter sopravvivere nel vuoto; frase per frase vediamo di esplicitare i pensieri che si nascondono dietro le parole.
Quello che è successo non sono però in grado di dirlo perché si tratta di una competenza assolutamente estranea al ministero della Difesa: Ma che minchia vogliono questi da me? Ma non lo sanno che il Ministro dell'Attac...ehm...Difesa, Ignazio, devi dire Difes...Ho i miei cazzi, io; con l'Afghanistan, i Talebani di merda e i nostri valorosi ragazzi che tornano in valorose casse da morto. Quasi quasi scarico il barile. Dico di andare da Maroni così me li tolgo dalle palle. Li mando a rompere i maroni a Maroni che mi sta sui maroni.Questa è bella, me la segno...non ridere Ignazio, non ridere.
Quindi non ho strumenti per accertare: ma forse è meglio che sto zitto. Poi Maroni è sempre un collega anche se è leghista. Va beh, ora dico no comment così faccio vedere che so il latino. Un momento...Cos'è questa voce? Chi parla? Ma cosa? Certo Duce: Dio, Patria, Famiglia. Va bene, ma ora scenda giù da quel balcone che è pericoloso.
ma di una cosa sono certo: del comportamento assolutamente corretto da parte dei carabinieri in questa occasione: contento Duce?
Ma anche volendo ammettere che la certezza del comportamento corretto da parte dei carabinieri che il Ministro ha sia dovuto a un'estrapolazione per induzione (la stessa che fa dire a chi ha visto solo corvi neri che tutti i corvi sono neri) vorrei ricordargli la Scuola Diaz. La caserma di Bolzaneto. Federico Aldrovandi. I più recenti corvi non neri della storia delle forze armate italiane.
A meno che la correttezza di cui parla non si riferisca al fatto che l'autopsia sul corpo di Stefano Cucchi non ha evidenziato colpi sotto la cintura.
16 ottobre 2009
Grandi opere
Con la solita complicità del mio mago di fotosciòppe preferito, ecco un innocuo divertissment a riguardo dei roboanti annunci sull'inizio dei lavori per il Ponte sullo Stretto di Messina.
E, finalmente, anche la Sicilia - con le sue strade pronte ad allagarsi al sopraggiungere di una pioggerellina estiva, le autostrade perennemente interrotte da lavori in corso, le reti ferroviarie a binario unico, quelle idriche in grado di disperdere più acqua di quanta ne distribuiscano etc. etc.- sarà italiana al cento per cento (parola di Premier): non più solo inadeguata ma anche adornata di luccicante inutilità.
E, finalmente, anche la Sicilia - con le sue strade pronte ad allagarsi al sopraggiungere di una pioggerellina estiva, le autostrade perennemente interrotte da lavori in corso, le reti ferroviarie a binario unico, quelle idriche in grado di disperdere più acqua di quanta ne distribuiscano etc. etc.- sarà italiana al cento per cento (parola di Premier): non più solo inadeguata ma anche adornata di luccicante inutilità.
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7 settembre 2009
()3
Se al posto di Neo il protagonista di The Matrix fosse stato Berlusconi (d'altronde si considera l'eletto, no?), alla scelta tra la pillola rossa e quella azzurra prospettatagli da Morpheus avrebbe ovviamente scelto quella azzurra, interrompendo il naturale corso della sceneggiatura ma anche risparmiandoci due sequel francamente non all'altezza (falsamente tratto da "Non tutto il male è colpa di Berlusconi", W. Veltroni, 2009).
p.s. Buon ritorno dalle vacanze a tutti. Il nuovo direttore del Giornale dice di avere i fucili carichi. Io, che mi sono dichiarato obiettore di coscienza anche al parà che cercava di intimidirci durante la visita di leva, ho solo le palle piene. Ma non è detto che questo mi renda meno pericoloso.
p.s. Buon ritorno dalle vacanze a tutti. Il nuovo direttore del Giornale dice di avere i fucili carichi. Io, che mi sono dichiarato obiettore di coscienza anche al parà che cercava di intimidirci durante la visita di leva, ho solo le palle piene. Ma non è detto che questo mi renda meno pericoloso.
29 giugno 2009
The hitchhicker's guide to revolution
Cina, 1989
Teheran, 2009
Della serie: cosa non si fa quando si ha bisogno di un passaggio.
Purtroppo, sulla foto della donna iraniana che blocca il SUV del presidente Ahmadinejad non si hanno conferme di autenticità. Chapeau a chi ha avuto l'idea nel caso dovesse risultare ritoccata.
Ma se non lo fosse, quel Giambattista Vico lì, coi suoi corsi e ricorsi, una bella festa nel regno dei morti in cui poter calarsi nella parte dell'utilizzatore finale la sta organizzando di sicuro.
Da Repubblica |
Teheran, 2009
Da Twitpic |
Della serie: cosa non si fa quando si ha bisogno di un passaggio.
Purtroppo, sulla foto della donna iraniana che blocca il SUV del presidente Ahmadinejad non si hanno conferme di autenticità. Chapeau a chi ha avuto l'idea nel caso dovesse risultare ritoccata.
Ma se non lo fosse, quel Giambattista Vico lì, coi suoi corsi e ricorsi, una bella festa nel regno dei morti in cui poter calarsi nella parte dell'utilizzatore finale la sta organizzando di sicuro.
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23 giugno 2009
A rischio di astensione
L'astensione elettorale e quella sociale. Questo e poco altro nel mio secondo post per Caltanissetta Blog: La memoria del corpo. Tra l'altro, di quella politica parleremo più dettagliatamente su questi familiari lidi.
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14 giugno 2009
Farvi Fan dei Fanfarlo
I Coldplay, con la loro prevedibilità pari a quella di una botta di aerofagia dopo una scorpacciata di fagioli, vi hanno lacerato la sacca scrotale (per le gentili lettrici non trovo una metafora adeguata. Dovremmo chiedere al ministro Carfagna di occuparsi delle pari opportunità nel turpiloquio, visto che per il resto non mi pare sovraccarica di impegni)? I Sigur Ros nella loro versione minchiaquantèbbellalavita vi risultano stucchevoli come una Carte d'Or al limone? Benissimo. Facciamo che vi ascoltate le 6 canzoni dei Fanfarlo qui sopra e, se vi convincono la loro semplicità d'ascolto che poco o nulla concede alla scontatezza e la loro freschezza, scaricate l'album Reservoir per la ridicola cifra di 0.7138 €. Meno di un caffè; meno di uno di quei terribili sandwich dei distributori automatici e, soprattutto, meno del costo di un quotidiano eversivo.
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2 giugno 2009
E raddoppiamo!
HellCiccio mi manda un SMS un paio di settimane fa. Io lo richiamo e per telefono mi spiega che sta per nascere una serie di blog, uno per ogni capoluogo di provincia della nostra amata Sicilia; l'idea è quella di invitare i cittadini-lettori a essere sia fruitori delle informazioni di vario genere (politico, sociale, culturale), che una redazione di pochi volenterosi inserirà, sia produttori dell'informazione stessa (in questo senso, virtualmente, i volenterosi della redazione aumentano a dismisura). Un esperimento di citizen journalism, per dirla come noi gggiovani.
Insomma, per farla breve mi chiede di far parte della redazione, dimostrando per me una considerazione che, ovviamente,non merito.
Gli faccio presente che a Caltanissetta torno solo quando non posso più ignorare il bisogno della lavatrice che c'è a casa dei miei e che io non ho. Ma lui, abituato a giocare online con Gears of War, non si fa intimidire e mi dice che quello non è un problema.
Che altro potevo fare se non accettare? Qualche giorno dopo la telefonata, Hell mi fa sapere che c'è bisogno di una mia biografia essenziale e di una foto. Appurato che posso essere ironico, ecco cosa ho inviato:
Luca Marotta nasce a San Cataldo nel 1977 il giorno in cui, qualche anno prima, il Piave mormorava calmo e placido al passaggio dei primi fanti. Trascorre un'infanzia felice e spensierata tra a strata Foglia, la scuola elementare S. Michele e la media inferiore Giovanni Verga, dove fa la conoscenza con il suo primo amore non corrisposto: la pallavolo. Affascinato dall'intima coerenza della matematica - e dai duecento metri di distanza della sua casa dall'Istituto - frequenta il Liceo Scientifico A. Volta. E' in questo periodo che cade nel tunnel di ben tre pesanti dipendenze dalle quali non è ancora riuscito a liberarsi: la musica, la letteratura e il cinema. Insieme a un gruppo di facinorosi fonda un gruppo musicale unanimemente lodato dalla critica per non aver mai inciso nulla. Nonostante ce la metta tutta per andare oltre il normale quinquennio, la voglia dei prof di liberarsi di lui è più forte e nel 1996 ottiene la Maturità Scientifica. Quella stessa estate, nel bel mezzo di un sogno erotico, ha una visione di Albert Einstein che gli chiede l'indirizzo del suo barbiere di fiducia. In aperta polemica con l'apparizione decide di iscriversi al corso di Laurea in Fisica all'Università di Catania. Una serie di concause del tutto dipendenti dalla sua volontà fanno slittare la Laurea all'Aprile del 2005. Nell'estate di quell'anno, durante un sogno ai limiti dell'hardcore, lo spettro di Einstein lo visita per la seconda volta per fargli sapere che l'indirizzo del barbiere è sbagliato. Ormai in totale rottura con lo scienziato tedesco, partecipa al concorso per il Dottorato di Ricerca e, dal Febbraio di quest'anno, può fregiarsi del titolo di Philosophiae Doctor (PhD). Dal 2008 ha un blog che aggiorna con pigrizia da record mondiale. Nel tempo libero cerca lavoro. In foto:un giovane e abbronzato Luca Marotta mostra con malcelato orgoglio alla stampa internazionale le sue sorprendenti capacità di calcolo rispondendo alla domanda:" Quanto vale l'integrale tra zero e due della funzione y=x?".(la foto, naturalmente, è quella che apre il post).
E non è che con questo pensassi di convincere tutti che forse era il caso di riconsiderare la richiesta di una mia collaborazione, ma se quella fosse stata la mia intenzione, il tentativo si sarebbe rivelato fallimentare. Perché comunque ho scritto un pezzo e, bontà loro, l'hanno pubblicato.
Si intitola Geremia II e lo trovate su CaltanissettaBlog.
I commenti sono graditi (qui o lì non importa).
Ora scappo a prepare valige e libri che questo fine settimana a CL si vota non solo per le Europee ma anche per le Comunali. Qualche dichiarazione di voto, come al mio solito?
Vi dico solo che alle Europee credo che la mia preferenza andrà a BaraccObbama (e se avete tempo ascoltatelo pure, sul canale youtube della Casa Bianca).
nota: per la velocità e perizia nell'uso di Photoshop, ringrazio il Dott. Arch. Coinq. Vincenzo Brullo. Altre sue creazioni (non aggiorna il blog da un bel pò, ma di certo io sono l'ultimo a poterlo criticare su questo fatto) le trovate qui.
La risposta è: 42
Il nastro registrato che l'arrotino-l'ombrellaio porta a spasso per l'Italia diffonde una voce completamente diversa dal solito. Ed è uno shock.
Al panificio che dall'inizio del nuovo millennio si premura di spingermi sempre più in basso nel gorgo del peccato di gola - non di solo pane vive l'uomo, ma anche di cartocciate, biscotti all'essenza di arancia, treccine al miele e alla nutella) - ritorna la commessa di nove anni fa. Ed è uno shock.
Che si tratti di scherzi di San Kaos martire, di evidenze sperimentali della complessità del sistema sociale, o del mio personalissimo Christof chi lo sa? Certo è che le novità nuove, le novità vecchie e l'assenza di novità, tutto mi turba.
Buon per i posteri, che si ritrovano tra le palle una nuova ardua sentenza da ignorare con grazia. E a buon diritto, se anche a una vita ben più intensa della mia bastano 42 secondi per riassumersi agli occhi del suo legittimo proprietario.
(via Giavasan)
Al panificio che dall'inizio del nuovo millennio si premura di spingermi sempre più in basso nel gorgo del peccato di gola - non di solo pane vive l'uomo, ma anche di cartocciate, biscotti all'essenza di arancia, treccine al miele e alla nutella) - ritorna la commessa di nove anni fa. Ed è uno shock.
Che si tratti di scherzi di San Kaos martire, di evidenze sperimentali della complessità del sistema sociale, o del mio personalissimo Christof chi lo sa? Certo è che le novità nuove, le novità vecchie e l'assenza di novità, tutto mi turba.
Buon per i posteri, che si ritrovano tra le palle una nuova ardua sentenza da ignorare con grazia. E a buon diritto, se anche a una vita ben più intensa della mia bastano 42 secondi per riassumersi agli occhi del suo legittimo proprietario.
Last Day Dream [HD] from Chris Milk on Vimeo.
(via Giavasan)
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abulafia1,
varie ed eventuali,
video
4 aprile 2009
()2
Gli entusiasti cantori delle magnificenze di ogni atto generatore, della speranza di eternità insita in qualunque creazione, come reagirebbero di fronte alla ostinata pazienza, alla meticolosa precisione, all'ordinata logicità del disassemblaggio -di una civiltà. Di un congegno. Di un sentimento-? Ne sarebbero sbalorditi? Inebetiti? Annullati? Distrutti?
nota: da ora in poi cercherò di legare ogni futuro post a una canzone. E di includerla per farla ascoltare anche a voi. L'elegantissimo plugin che ho utilizzato per inserire la colonna sonora si deve a 1pixelout. Il tutorial per adattarlo a piattaforem diverse da Wordpress si trova qui.
Grow and decay,.
Grow and decay,
it's only forever
nota: da ora in poi cercherò di legare ogni futuro post a una canzone. E di includerla per farla ascoltare anche a voi. L'elegantissimo plugin che ho utilizzato per inserire la colonna sonora si deve a 1pixelout. Il tutorial per adattarlo a piattaforem diverse da Wordpress si trova qui.
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tra me e me (e voi)
27 febbraio 2009
lettera a un blog mai chiuso
"Caro IMDSMS,
scusami. Certo che è colpa mia; ma ti prego, cerca di capire: lei mi ha dato cose che tu, per la tua stessa natura (e per la sua), non potevi in alcun modo concedermi."
"Lo so, starai chiedendo(mi)ti quanta impudenza necessiti il ritornare così, improvvisamente, a implorare un perdono forse non meritato. Però, mio adorato IMDSMS, diciamocela tutta: lei c'era già prima di te, e anche durante."
"Sì, hai ragione: credo che quando tra me e te tutto sarà finito, lei sarà ancora presente nella mia vita."
"Questo è un colpo basso ma te lo concedo: non la capisco, e di certo trattare con lei non mi è altrettanto facile quanto con te. Ma vedere il mondo attraverso i suoi occhi, per quanto perfettibili; descriverlo prendendo a prestito le sue parole, per quanto incomplete; tutto questo rappresenta un'esperienza talmente totalizzante e intima al tempo stesso che ogni difficoltà è degna dello sforzo."
"Perciò non volermene. Tornerò da te; a volte spesso, a volte no. E quando lo farò, ti riserverò ogni attenzione senza chiedere nulla in cambio.
Anche tuo,
Abulafia1, PhD dall'11/02/2009."
p. s. Durante la mia assenza lunga ne è successa di roba, anche ai pochi ma tenaci lettori di questo blog. Grossissimi auguri da parte mia a QueloCheIlQuanto, a Quasimamma e a HellCiccio: loro sanno il perchè.
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