29 aprile 2008

Brutta bestia, l'invidia.

Apocalisse è una bellissima parola greca che significa: rivelazione; che poi oggi venga considerato un sinonimo di catastrofe è dovuto ad una certa disattenta lettura di uno dei libri che compongono il più grande successo editoriale nella storia della letteratura fantasy (indovinate un pò quale?).
Nella notte tra Domenica e Lunedì io ho avuto la mia, di apocalisse.
A Parla con me c'è ospite Paolo Giordano.
Paolo Giordano è torinese e ha 25 anni.
Paolo Giordano è laureato in Fisica Teorica.
Paolo Giordano è titolare di una borsa di dottorato presso l'Università di Torino.
Paolo Giordano, per riprendere aria dopo le estenuanti apnee negli abissi della Fisica della Alte Energie, ha scritto un romanzo.
Paolo Giordano è stato pubblicato da Mondadori.
Paolo Giordano, dottorando in Fisica, romanziere esordiente, ed ex membro di un gruppo musicale dal quale è uscito per il terrore di dover, prima o poi, esibirsi in pubblico (se potessi farlo, scommetterei sui Radiohead come suo gruppo preferito), è stato lodato dalla critica e il suo La solitudine dei numeri primi è nella top ten dei libri più venduti.

E mentre Serena Dandini continuava a intervistarlo, io prendevo coscienza, con inesorabile e fumettistica chiarezza, del ruolo tenutomi in serbo dal fato. Come Lex Luthor per Superman. Come Joker per Batman. Come Magneto per il prof. Xavier. Come Jerry per Tom. Come Alemanno per Rutelli (vabbe' per quest'ultima coppia vale la proprietà commutativa). Io sarò la nemesi di Paolo Giordano. Sarà una guerra senza esclusione di colpi di cui posso perfino preannunciarvi l'esito finale.
Nella battaglia decisiva, l'eroe (lui: bello, giovane, intelligente e di successo) e l'antieroe (io: no comment) si scontreranno frontalmente e, da buoni fisici teorici, si annichileranno in bagliori ultravioletti, l'energia così sprigionata dispersa nell'indifferente e in espansione universo.


nota: a parte ogni scherzo, oggi ho comprato il libro. Spero proprio sia bello come dicono, a ennesima conferma di come la scienza, e chi la fa, sia tutt'altro che fredda e antitetica alla creatività.
La foto è tratta da IMDB.
Il titolo del post è sì una frase fatta, ma soprattutto una frase contenuta nella canzone "Tono Metallico Standard" degli Offlaga Disco Pax.

3 commenti:

  1. Questa cosa di essere la nemesi di Giordano te la sei pensata perchè non ti è piaciuto "La solitudine dei numeri primi" (mai letto ed udito opinioni contrastanti!), perchè ti sta antipatico lui o perchè ti andava di sfilarti dalla mano il guanto di un duello impegnativo???
    E' ovvio che tifo per te!!!!
    Bello, giovane e intelligente già lo sei... per quanto riguarda il successo c'è un pò da pazientare magari, ma prima o poi chissà....
    (non sai come ha fatto Giordano a farsi pubblicare dalla MOndadori?)

    In bocca al lupo dottor Moriarty della fisica!!!!!!!!!!!!!

    RispondiElimina
  2. Emi, diciamo che ho avuto un sovrapproduzione di bile pensando che con ben 5 anni di vantaggio su di me il nostro Paolo ha già fatto tutto quello che ho fatto io (probabilmente meglio) e in più ha anche pubblicato un romanzo di successo (e penso che si sia capito quanto mi piaccia scrivere per cui anche questo è uno smacco). Insomma è chiaro che avrei dovuto prendermela solo con me stesso ma escludendo l'autolesionismo ho deciso di trasformarmi nel classico cattivo vendicativo da fumetto (al dr Moriarty e Sherlock Holmes non ho pensato, altrimenti li avrei inseriti tra le coppie citate nel post).
    Il libro l'ho comprato Lunedì e ho letto solo le prime pagine per cui parlarne adesso è quantomeno prematuro. Certo se tu ne scrivessi una recensione delle tue...

    RispondiElimina
  3. E che vuol dire? Non c'è mai nessuna corsa contro il tempo.
    Non è il quando che conta.
    E lo so bene, io
    Che per aver tanto corso, non mi sono fermata un attimo a guardare il panorama, e ho fatto scelte in virtù del percorso svolto anziché della mera propensione.Correre a volte è la peggiore cosa che si possa fare.
    Magari per Paolo non per Paolo, non è stato così.Magari.
    CHe ne so.
    A leggere Meneghello, non rimpiango per nulla gli anni che ci ha messo per decidere di scrivere un romanzo.

    ciao
    elena

    RispondiElimina